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Intervista a Matteo Scarlino, Direttore Responsabile del Gruppo Citynews

10 luglio 2012
Intervista a Matteo Scarlino, Direttore Responsabile del Gruppo Citynews

A raccontarci qualcosa in più sul mondo Citynews e qualche piccola indiscrezione personale c’è Matteo Scarlino, Direttore Responsabile del Gruppo Citynews da febbraio 2010. L’azienda, nata soltanto nel 2009 ad opera di Luca Lani e Fernando Diana, si è sempre posta l’obiettivo di rivoluzionare il settore dell'informazione offrendo ai lettori una piattaforma innovativa volta ad abbattere le barriere tra lettore e media.

Ad oggi l’editoria online è la nuova frontiera dell’informazione, che deve comunque fronteggiare la carta stampata, ma soprattutto deve stare al passo con le innovazioni del web, dovute in gran parte alla diffusione dei social network. E’ per questo che per non essere percepiti come un contenitore indistinto ed indifferenziato, Citynews punta sugli stessi cittadini per differenziarsi. Ti laurei con una tesi in Politica Spettacolo riguardante gli Stati Uniti. Come sei finito ad occuparti di editoria digitale? Per caso, come sempre accade in queste situazioni. Appena laureato ho ricevuto un'offerta di lavoro da un'agenzia di stampa che si occupava di sport ed ho accettato, allontanandomi da quella che era la comunicazione politica (su cui appunto avevo fatto la tesi). Da lì poi l'approdo nella galassia StudentiMediagroup dove mi sono imbattutto in Luca Lani e Fernando Diana, i due "folli" che hanno dato vita a CityNews. Il paradosso è stato che all'interno di StudentiMediagroup (poi Banzai) mi sono occupato dell'unico progetto su carta. L'essere l'eccezione all'interno del gruppo quasi esclusivamente web mi ha però permesso di capire i limiti di una rivista e le enormi, smisurate, potenzialità del web. Tutto talmente vero che quando si è presentata la possibilità del progetto CityNews sono stato entusiasta, cercando di portare le potenzialità che forse solo stando lontani dal web si riescono a scorgere. Nel 2008 curi il lancio e l’ideazione di Romatoday. Com’è nato tutto? Per caso, come accade sempre con le grandi idee, o lo pensavi da anni? Come accennavo prima sono stato coinvolto, con mio enorme entusiasmo, nel progetto CityNews. Luca e Fernando da tempo pensavano ad un progetto sulle news locali e, dopo il fallimento del progetto di partnership con EPolis, coinvolsero tutto il team della rivista StudentiMagazine nel progetto da ripensare da zero (dopo il fallimento della sinergia con Epolis). Allora a dirigere le testate c'era Giulia Serventi Longhi a cui va parte del merito. A prescindere dai meriti dei singoli però sono certo di una cosa: al momento dell'ideazione nessuno pensava a RomaToday o ai siti di CityNews come sono oggi. Il segreto dell'approccio CityNews è stato quello, ed è tutt'ora quello, di cogliere in fieri le case histories interessanti ed adattare il progetto in base a questo, in poche parole di essere Open Source. Ciò ci permette di presentarci sempre come un mezzo all'avanguardia. Penso ad esempio alla nostra interazione con i social network. Nel dicembre 2008, quando nascemmo, non pensavamo minimamente che Facebook potesse portarci del traffico. Oggi invece, grazie a tutto un lavoro appreso e limato nel tempo, arriviamo ad una quota di 3 lettori su 10 da facebook. Se non fossimo stati e se non ci considerassimo tutt'ora "work in progress", probabilmente oggi saremmo tra le vittime dei vari Panda e Pinguini di Mountain Wiew. Fate informazione metropolitana. Sono tanti i blog on line, i quotidiani cartacei, e le stesse testate web che si occupano di raccontare ciò che accade a livello locale. Come vi ponete nei confronti di questi e in cosa vi differenziate? Di sicuro non siamo in concorrenza, anzi. Diciamo che l'avere un'unica struttura tecnica, un'unica struttura commerciale, un unico approccio editoriale, ci semplifica un sacco di cose. Il difetto di un media locale nella "città X" è quello di non riuscire a rendere professionale il lato tecnico, tanto che contenuti che definisco eccellenti vengono veicolati spesso con siti dalla grafica e dall'usabilità da dilettanti. Il nostro approccio è legato alla consapevolezza che senza un gestionale e un sito dalla grafica non si va da nessuna parte. Non è un caso che noi siamo cresciuti grazie ad un'indicizzazione definita da più parti eccellente (il cui merito è quello di averci reso rintracciabili) e ad una grafica che ha spinto i lettori a tornare sul sito. I contenuti, sempre al di sopra di spinte e schieramenti politici e molto focalizzati su quello che è il lettore a cui puntiamo, hanno poi fatto il resto. Di sicuro da questi blog e siti che fanno informazione locale abbiamo maturato la consapevolezza che alla gente interessa sì la Libia, sì la fine che ha fatto Gheddafi, ma ancora di più il perché non viene raccolta l'immondizia sotto casa o non viene riparata la buca. Direttore responsabile di gran parte delle testate del network Citynews, quanto è difficile coordinare tutto e come ci riesci? E' difficilissimo, è innegabile. La scelta dei collaboratori in questo senso è stata ed è ancora oggi determinante. Si tratta di persone che condividono o devono condividere un approccio e che non si limitano semplicemente a renderlo operativo. Questo ci rende uniti e fa sì che nelle singole città e nel coordinamento qui da Roma si pensi in un unico modo che si traduce poi nel lavoro quotidiano. E' chiaro che l'essere "Open source" nelle linee generali rende possibili anche il confronto di posizioni e linee diverse. E con questo si spiega anche il come riusciamo, anche se dispersi sul territorio, ad avere un'unica linea editoriale.

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