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Mediobanca: l’editoria italiana perde 1,2 miliardi in 5 anni

07 gennaio 2019
Mediobanca: l’editoria italiana perde 1,2 miliardi in 5 anni

Il periodo di crisi dell’editoria italiana non è ancora finito, ma le azioni di ristrutturazione avviate dai principali gruppi hanno portato a un miglioramento della marginalità industriale e della redditività. Sono queste alcune delle evidenze del Focus di R&S Mediobanca sull’editoria italiana e internazionale per il periodo compreso tra il 2013 e il 2017, con un’appendice dedicata ai primi 9 mesi del 2018. Per quanto riguarda il nostro Paese, nel 2017 il giro d’affari tocca 3,5 miliardi di euro, segnando -20,2% sul 2013 e – 6% sul 2016, mentre la diffusione cartacea dei quotidiani arriva a un -40,5%. Le perdite nei cinque anni ammontano a 1,2 miliardi di euro mentre hanno perso il lavoro 3.301 dipendentiLa diffusione cartacea è diminuita nell’ultimo anno di circa 400 mila copie al giorno, passando da 2,6 milioni a 2,2 milioni con -15,4% sul 2016 e -40,5% sul 2013 (dati ADS). Le copie digitali non riescono a compensare queste performance negative.

L’andamento dei conti

Nonostante qualche lieve segnale di miglioramento il trend negativo dei ricavi aggregati degli otto principali gruppi editoriali italiani è continuato nel 2017, in cui i ricavi degli editori considerati sono stati complessivamente di 3,5 miliardi di euro, -6% sul 2016 e -20,2% sul 2013. Questi dati hanno riflessi sull’occupazione. Tra il 2013 e il 2017 la forza lavoro è diminuita di 3.301 unità, -21,7% sul 2013 e -8,8% sul 2016, attestandosi a 11.886 unità a fine 2017. La struttura finanziaria è mediamente solida, con i mezzi propri che in media sono 1,7 volte i debiti finanziari, ma è anche eterogenea, mentre le difficoltà economiche sono evidenti anche nel calo degli investimenti: sono 13 i milioni di euro investiti in meno rispetto al 2013 (-40%).

Aumento della pubblicità del +41,3% a livello globale

A livello globale, nel 2017 il giro d’affari è risultato in diminuzione, attestandosi a 150 miliardi di dollari complessivi, a -2,2% sul 2016 e a -8,6% sul 2013. La raccolta di pubblicità cartacea, con un -30,8% sul 2013, ha registrato una performance deludente. Aumentano, invece, la pubblicità digitale (+41,3%) e la diffusione digitale (+179%). Secondo lo studio, è evidente come il mondo dell’editoria si trovi davanti a sfide che porteranno i grandi gruppi a diversificare i flussi di entrata, puntando sulla qualità del prodotto e sull’utilizzo dei big data.

Fonte: Engage.it – Caterina Varpi, 14 dicembre 2018

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