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Primo rapporto Agcom: come evolve il settore dell'editoria digitale

07 maggio 2018
Primo rapporto Agcom: come evolve il settore dell'editoria digitale

Per la prima volta in Italia è stato delineato un quadro accurato delle testate che operano esclusivamente online, con l'obiettivo di monitorarne l'evoluzione: è il focus della 1ª edizione dell'Osservatorio sulle Testate Online avviato dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in collaborazione con ANSO e USPI.

Il Rapporto Agcom ribadisce la necessità di porre maggiore attenzione ai bisogni informativi emergenti, alle nuove modalità di offerta atte a soddisfarli e alle competenze necessarie per sfruttare al massimo i nuovi strumenti disponibili. La digitalizzazione, infatti, ha determinato un enorme cambiamento dei paradigmi della comunicazione e un grande impatto sui modelli informativi.

Nell'analisi delle audience delle testate digitali, il primato spetta comunque agli editori dei media tradizionali (Repubblica e Messaggero), anche se nelle prime posizioni rientrano anche testate esclusivamente online (tra queste, Citynews, Nanopress e Fanpage).

Secondo il Rapporto, il settore dell'editoria digitale, seppur caratterizzato da un'alta differenziazione del prodotto offerto, presenta peculiarità generali di sistema: sarebbero presenti poche imprese, ma di maggiori dimensioni lungo la "testa" della distribuzione del settore, e un'elevata e significativa presenza di piccoli editori lungo la cosiddetta "coda lunga". Si tratta, in realtà, di una distribuzione tipica di moltissimi mercati presenti in Rete, dovuta perlopiù alla presenza di basse e deboli barriere di ingresso che si vanno a contrapporre, però, ad ostacoli che nascono al successivo step, quello dello sviluppo economico delle testate. 

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La concentrazione diventa un problema particolarmente sentito proprio nel settore delle news online, allorchè gli editori si trovano a fronteggiare sulla principale fonte di finanziamento, la pubblicità, la concorrenza delle piattaforme (Google e Facebook in testa). Se si ordinano i soggetti in base ai ricavi da raccolta pubblicitaria online, è possibile notare l'andamento fortemente asimettrico (tipico di quelle che vengono definite distribuzioni "power low") in cui la "testa" della distribuzione è composta dal 2% dei soggetti che gestiscono l'80% circa della pubblicità in rete in Italia. Ne consegue che i soggetti che si stanziano al di sopra di una certa soglia di fatturato crescono, mentre gli altri si allontanano sempre di più dalla testa della distribuzione. 

coda e testa della distribuzione editoria digitale-3

Il ricavo medio annuo degli editori sul web si attesta a 337.806 €, ma la distribuzione per classi di fatturato è notevolmente differenziata. In particolare, per quanto riguarda le testate digitali, è facilmente osservabile come la "coda lunga" della distribuzione sia formata dal 68% dei soggetti attivi nel settore, imprese che all'anno fatturano meno di 100 mila euro, per una media totale di circa 200 mila euro. Esistono quindi moltissimi editori, dal carattere più amatoriale che commerciale. Il 7% degli editori web, ovvero la "testa" della distribuzione, invece, fattura mediamente circa 3 mln di euro. Nel mezzo della distribuzione, vi è un quarto di editori web che ricavano annualmente tra i 100 mila e il milione di euro, per una media di oltre 300 mila euro: si tratta comunque di aziende strutturate che si inseriscono nel mercato operando anche a livello commerciale.

Agcom stima, inoltre, che poco più della metà delle testate digitali è di tipo generalista, mentre il restante è più settoriale, specialistico (sport, finanza, scienza, tecnologia).

Per quanto riguarda le testate che operano esclusivamente sulla Rete, rispetto alle testate tradizionali, si riscontra un livello minore di brand awareness e brand reputation. Fatti, questi, che rendono difficile il finanziamento delle notizie, soprattutto se di attualità, attraverso modelli a pagamento.
 

Asse AgCom - Citynews-2

In questo contesto, la raccolta pubblicitaria assume un ruolo fondamentale per l'informazione in Rete. A garantire la tenuta del settore contribuiscono risposte di mercato quali la differenziazione dei contenuti, la specializzazione in contesti territoriali, il raggruppamento delle testate in network pubblicitari, l'uso di piattaforme social per rendere i contenuti virali. 

Fonte: key4biz.it - 13 aprile 2018

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